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Tu chiamale, se vuoi, evoluzioni. O cambiamenti, o trends di mercato. Il fatto è che il packaging cambia e si evolve, come facciamo noi.

Proprio per la loro natura non esistono – o non dovrebbero esistere – strumenti di comunicazione immobili: ma se vogliamo trovarne uno estremamente dinamico, il packaging è la scelta giusta. Anello di congiunzione tra azienda e prodotto stesso, prodotto e consumatore, consumatore e azienda, il packaging cambia e si evolve, adattandosi a tempi diversi, e ai nostri modi diversi di pensare; o addirittura può influire sul nostro pensiero, facendoci riflettere sulle nostre scelte e cambiare quelle abituali.

Tutta questa responsabilità sulla confezione del prodotto che decidiamo di comprare? Non solo, ma sì.

Ecosostenibile ci piace.

Non basta la raccolta differenziata: oggi abbiamo un occhio di riguardo alla salute ambientale anche nelle scelte quotidiane, e questo modifica le nostre scelte d’acquisto. Secondo Nielsen, il consumatore – anzi noi consumatori, perchè lo siamo tutti – preferiamo un packaging riciclabile e che rispetti l’ambiente, cercando indicazioni precise e simboli che certifichino la sostenibilità e la provenienza dei materiali che le costituiscono: lo riteniamo un vero e proprio valore aggiunto al prodotto.

Da qui tutte le ricerche per i nuovi materiali ecocompatibili: dai classici carta e cartone riciclato e riciclabile, ai materiali compostabili, alle bio-plastiche costituite da sostanze naturali e rinnovabili, fino al packaging commestibile (se sei un palato fino, non importa: in ogni caso è biodegradabile, quindi ben venga).

Dimmi quando, quando, quando. E dove, come, perchè.

Un altro aspetto da notare nell’evoluzione del packaging è la tendenza a “parlare” con chi lo acquista.
I plus, gli ingredienti particolari, la provenienza, spesso anche le informazioni nutrizionali sono in evidenza sul fronte della confezione: non più solo per fruire al meglio dei famosi 2 secondi di attenzione nella scelta del prodotto da parte del consumatore, ma con uno scopo più etico e premiante.

Comunicare con il consumatore, spiegare il prodotto e – di conseguenza – l’azienda che lo crea, nasce dal fatto che siamo tutti, ormai, “consumatori consapevoli”: vogliamo informarci sulle caratteristiche di quello che compriamo, e il pack è la prima risposta alle nostre domande. Da qui la scelta, la fedeltà ad un prodotto che mantiene le promesse, e, infine, anche all’azienda che lo produce dicendoci come, dove e perchè.

Nella pratica confezione.

Se anche il design del pack si evolve, (verso la pulizia e le linee semplici, i materiali trasparenti e – nel food – sempre le finestre per mostrare il prodotto all’interno, tutto per una massima chiarezza di visione), va di pari passo lo sviluppo di contenitori che semplifichino il più possibile l’utilizzo del prodotto. La logica dice che accanirsi su una confezione riottosa o tentare di aprire lo shampoo con i denti non aiuta sicuramente la politica di vendita: e se finora questo aspetto era sottostimato, adesso le chiusure/aperture pratiche e intuitive sono caratteristica imprescindibile.

Insomma: packaging ecosostenibile, chiaro e informativo, pratico e accessibile.

Così, il prodotto sullo scaffale non è solo: è supportato dalla comunicazione che gli ruota intorno e dalla calda presenza del Brand di riferimento. Perchè dopo aver realizzato un buon prodotto, vale assolutamente la pena di proporlo nella sua veste – o meglio confezione – migliore.

 

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