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T’amo pio BIO. Il Biologico: sempre più presente come scelta consapevole. E non solo di spesa.

Questo post deve necessariamente iniziare con una sincera ammissione: guardo da sempre nei carrelli altrui, un po’ per curiosità professionale e un po’ per curiosità e basta. Quindi ho notato in prima persona, come confermano gli studi recenti, che i prodotti Bio sono entrati a tutti gli effetti nella nostra dispensa e nel nostro frigorifero, in modo trasversale e soprattutto consapevole (il 47% degli Italiani consuma Bio almeno una volta a settimana).

Il “Fatto Alimentare” riporta che secondo l’Osservatorio Sana di Nomisma le vendite di prodotti Biologici in tutti i canali (fino al Luglio 2018) hanno avuto un incremento dell’8% e l’export tocca i 2 miliardi. Riporta, inoltre, che sia nel principale canale di vendita (la GDO) che nei negozi specializzati le referenze biologiche sono aumentate: quindi è più facile trovare prodotti e scaffali Bio e raggiungere non solo gli affezionati, ma anche le famiglie che decidono di provarli, magari perchè in promozione.

Questo è confortante e dimostra che comunicare i valori del Bio, dai packaging giustamente sempre più didascalici all’informazione in generale, anche quella delle Scuole, premia.

Comprare Bio vuol dire tante cose: che chi compra legge etichette e prodotto, che apprezza le Aziende che fanno scelte ecosostenibili, che finalmente percepiamo l’ambiente non più come entità astratta ma come equilibrio fragile da cui deriva il nostro.

Scelgo Bio, penso Bio. Con un occhio alle stoviglie.

Insomma, comprare Bio è un vero e proprio stile di vita: mi piacerebbe pensare (ma forse sono un’inguaribile ottimista) che chi sceglie il Bio fa anche tante altre piccole cose utili, la raccolta differenziata, non sprecare l’acqua e anche non buttare il bicchiere di plastica in spiaggia.

Il bicchiere di plastica mi dà anche l’occasione di segnalare (da un articolo di Repubblica) la creazione da parte di un designer svedese, di una linea di posate a base di fecola di patate, acqua e glicerina. Elastiche e comodissime, non inquinano e sono anche commestibili.

Quando l’ho detto a mio padre, comunque, lui (romano di vecchia data) mi ha raccontato che quando era bambino e Roma era tutta un cantiere, vedeva i muratori che a ora di pranzo scartavano religiosamente una pagnotta tagliata a metà e divisa con ordine in sezioni: da una parte la mortadella, dall’altra la pasta, nella terza le patate a tocchetti. Più stoviglia Bio di così.

Atticus Design

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